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Misure adottate dalla Svizzera per difendere il diritto internazionale: maggiore importanza dopo il conflitto in Ucraina

Misure adottate dalla Svizzera per difendere il diritto internazionale: maggiore importanza dopo il conflitto in Ucraina

Le misure contro Paesi, organizzazioni e persone private o giuridiche hanno acquisito grande importanza in Svizzera in relazione al conflitto in Ucraina.

La base per l’emanazione di tali misure è la Legge federale sull’applicazione di sanzioni internazionali (LEmb; RS 946.231). Questa legge autorizza la Confederazione ad adottare misure coercitive per l’applicazione di sanzioni adottate dall’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU), dall’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OSCE) o dai principali partner commerciali della Svizzera – come l’Unione Europea (UE) – e che servono a sostenere il diritto internazionale, in particolare il rispetto dei diritti umani (art. 1 cpv. 1 LEmb). Ai sensi dell’art. 1 cpv. 3 LEmb, le misure coercitive possono, in particolare, limitare la circolazione delle merci o i pagamenti o gli scambi tecnologici, o anche limitare diritti come i diritti di proprietà. Le misure sono emanate sotto forma di ordinanze dal Consiglio federale (art. 2 cpv. 1 e 3 LEmb).

Con l’inizio della guerra in Ucraina nel 2022, la già esistente «Ordinanza che istituisce provvedimenti in relazione alla situazione in Ucraina» (RS 946.231.176.72; di seguito «O») è stata completamente rivista. Da allora, le disposizioni dei regolamenti dell’UE emanati in relazione alla guerra in Ucraina (in particolare il Regolamento 2023/1214 del Consiglio del 23 giugno 2023) sono state costantemente integrate in questa ordinanza. La Svizzera decide caso per caso se il diritto dell’UE debba essere adottato integralmente, parzialmente o meno. L’O disciplina, ad esempio, in particolare il specifico il divieto di esportazione di determinate merci.

La maggiore importanza delle misure adottate dalla Svizzera si riflette anche nei cambiamenti organizzativi all’interno della Confederazione, in particolare la creazione di un’area di servizio separata «Controllo delle esportazioni e sanzioni» all’interno della Segreteria di Stato dell’economia (SECO) a partire dal 1° settembre 2023 (cfr. comunicato stampa della SECO del 21 agosto 2023). Pertanto, sebbene il controllo alla frontiera sia di competenza dell’Ufficio federale delle dogane e della sicurezza dei confini (art. 31 cpv. 3 O), l’applicazione delle sanzioni è essenzialmente affidata alla SECO (cfr. art. 31 cpv. 1 O).

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